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Ci siamo, nella nostra vita è comparsa la persona che avevamo sempre sognato! Può essere che questa persona ci corrisponda o può essere che non sia così. Può essere un amore felice o denso di nubi. Specialmente in questo secondo caso ci capiterà di domandarci: ma perché proprio lui/lei?
In genere tendiamo ad attribuire la colpa/merito di questo incontro al destino, siamo portati a pensare che tutto sia successo unicamente per caso, senza che noi potessimo minimamente influenzare il fato. Ci siamo trovati in un certo posto, in un determinato momento, e il destino (solo lui) ci ha fatto incontrare. In realtà, le cose non stanno proprio così. La scelta della persona da amare non sarebbe affatto casuale ma sarebbe frutto di una nostra attenta, anche se inconsapevole, ricerca. Siamo noi, quindi, a stabilire il nostro destino e farlo compiere. Ma cosa determina questa nostra scelta? Leggi qui l'articolo completo
Quanto tempo vi serve per capire se una canzone vi piace? Dimenticate lunghi e attenti ascolti, bastano 5 secondi per decidere se un pezzo ci piace oppure no. Lo afferma uno studio della New York University che ha condotto un esperimento con 650 volontari di età compresa tra i 17 e gli 87 anni. Obiettivo: verificare quanto tempo fosse necessario per esprimere un giudizio su una canzone. A questo scopo sono state selezionate 270 canzoni che sono state fatte ascoltare per intero o utilizzando egli estratti della durata di 5, 10 o 15 secondi.
Leggu qui l'articolo completo. Roberta Milanese descrive l’utilizzo della psicoterapia breve strategica in soccorso all’autostima nel suo libro dal titolo “L’ingannevole paura di non essere all’altezza”.
La terapia strategica breve non si occupa della ricerca delle cause dei problemi vissuti nel passato, che nessuno ha il potere di cambiare, ma si focalizza sull’introdurre cambiamenti nel presente. Quindi non sul perché c’è un problema, ma su come funziona il problema. Utilizza cicli di psicoterapia di durata contenuta, con una cadenza ottimale di una seduta ogni 15 giorni. Leggi qui l'articolo completo
Come riusciamo a memorizzare e riconoscere così tante musiche e canzoni? A ricordare spot e parti di colonne sonore? A recuperare in pochi secondi nella nostra mente tutte le informazioni che si sono ammassate negli anni? Semplice, il nostro cervello usa dei trucchi.
Immaginiamo di ascoltare una canzone, la stessa canzone, cantata prima da un uomo, poi da una donna, infine da un bambino. Il risultato finale sarà sicuramente diverso eppure la nostra capacità di riconoscere quel pezzo sarà la stessa, indipendentemente da chi l’abbia cantato. Stessa cosa se ascoltassimo quella medesima canzone eseguita con strumenti diversi o modificata per adattarsi, per esempio, a uno spot pubblicitario. La riconosceremmo comunque.Questo avviene perché il modo in cui elaboriamo una melodia si basa sul rapporto tra i suoni (altezza e ritmo) più che sui suoni stessi. Questa strategia a cui ricorriamo inconsapevolmente è detta astrazione musicale. Quando il nostro cervello ascolta una musica effettua un’analisi acustica e la trasforma in materia musicale astratta, ossia ne crea una rappresentazione in cui ogni suono si identifica in base al rapporto con il suono che lo precede (sarà ad esempio più basso, più lungo, più dolce e così via) Leggi qui l'articolo completo La musica è intrattenimento ma non solo. Ha anche un forte potere sociale e comunicativo. Può influenzare il nostro umore, ma anche le nostre idee e il nostro modo di pensare. Questo effetto si amplifica considerando che può raggiungere un gran numero di persone. Ne parliamo con Mico Argirò, domande e risposte per un confronto tra chi ascolta musica e chi la musica la crea. Leggi qui l'articolo completo Ce lo stiamo chiedendo tutti, dopo che un mostro sacro della musica classica come violinista Uto Ughi ha definito i Maneskin “un insulto all'arte e alla cultura”. Naturalmente non è mancato chi si è schierato subito dalla parte della band, che tanto successo sta riscuotendo da un paio d'anni a questa parte, bollando l'affermazione come snob e pretenziosa e affermando che anche il rock (se fatto bene) è arte. Ma chi decide se è fatto bene oppure no? È solo il livello artistico dei Maneskin a determinare il loro successo? Oppure influisce il loro modo di presentarsi trasgressivo, provocatorio e decisamente non convenzionale? E se si, questo ha a che vedere con l'arte? Domande che mi faccio, da ascoltatrice di musica, e che rivolgo a Mico Argirò, che invece di musica si occupa per davvero. Leggi qui l'articolo completo
Partiamo da una considerazione: restando solo agli anni più recenti, siamo passati da una vera rivoluzione che ha sostituito al supporto fisico, pensiamo al CD, un supporto digitale, come ad esempio l'ascolto offerto dalle piattaforme di streaming.
(...) L'ascolto digitale apre infinite possibilità di ascoltare di tutto senza nessun costo, o a costi molto ridotti. Questo modifica anche il modo di avvicinarsi alla musica: se l'acquisto di un CD presupponeva una scelta più consapevole e l'occasione di conoscere un certo numero di brani di uno stesso artista, l'approccio digitale consente di spaziare maggiormente, ascoltare artisti e stili diversi, anche se forse in modo più distratto e meno approfondito. Questo per quanto riguarda noi ascoltatori. Per chi invece della musica ha fatto un lavoro, cantanti e musicisti, cambia in modo radicale il modo di diffondere il proprio lavoro e il modo di ottenere un riscontro economico. Ne parliamo con Mico Argirò, artista e cantautore eclettico che in questo campo è andato oltre quello che tutti noi avremmo potuto immaginare. Leggi qui l'articolo completo
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Non vivi senza ascoltare musica e ti piace fare sport? Sei sulla buona strada per ottenere grandi prestazioni!
Tanto per fare qualche esempio, si dice che Marcell Jacobs abbia raggiunto il tetto del mondo allenandosi sulla musica rap di Sfera Ebbasta, mentre Cristiano Ronaldo avrebbe una passione per il pop degli Oasis e Roll With It sarebbe una delle colonne sonore preferite dei suoi allenamenti.Infatti è provato che ascoltare musica durante gli allenamenti consente di avere una marcia in più. Leggi qui l'articolo completo
Quello che decidiamo di ascoltare è un po' come quello che decidiamo di indossare, rivela molto di noi, dei nostri gusti e della nostra personalità. Nella scelta di uno stile musicale proiettiamo gli aspetti salienti del nostro carattere e della nostra storia personale e questo è il motivo per cui i gusti di ciascuno sono differenti. Non è solo la bravura di un artista a determinare il successo di un suo pezzo. L'inclinazione verso un certo tipo di musica, quelle che definiamo essere le nostre preferenze musicali, sono determinate dalle esperienze che abbiamo vissuto e dal modo in cui ci poniamo all'ascolto. Leggio qui l'articolo completo
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